le spezie medicinali
Antica Drogheria

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L’uso antico delle spezie e le loro proprietà medicinali

Molto usate fin dall’antichità, le spezie per secoli sono state considerate in base al loro significato religioso e ai poteri curativi. Ecco quali sono le proprietà medicinali delle spezie.

L’uso di spezie e aromi è molto antico e tipico di tutte le culture arcaiche: per secoli i nostri predecessori le hanno utilizzate nella convinzione che potessero avvicinare gli dei. La pratica di bruciare piante aromatiche non si è mai interrotta, tanto che ancora oggi l’incenso viene utilizzato a scopo religioso, ma non solo.

Se in India è abitudine molto diffusa quella di bruciare l’incenso in bastoncini, solo di recente è entrata in voga anche nel nostro continente, tanto che oggi è facile trovare nei negozi di ogni tipo bastoncini per l’uso casalingo.

L’idea di purificazione che si associa da sempre all’atto di bruciare era tanto più forte se abbinata alle spezie e agli aromi, con significato religioso.

Gli antichi Egizi usavano unire le spezie durante il processo di imbalsamazione dei cadaveri e attraverso esse inviavano messaggi agli dèi o ad altri defunti.

Tuttavia l’uso di spezie si associava spesso anche alla cottura dei cibi e alla aromatizzazione delle bevande.

Si pensi anche all’utilizzo che delle spezie veniva fatto nella conservazione dei cibi e per coprire il gusto e l’odore cattivo di alimenti deteriorati.

Le spezie nei commerci antichi

La storia delle spezie è molto affascinante e non riguarda solo l’uso che ne veniva fatto, bensì anche i traffici e i commerci.

L’interesse che le spezie riscossero fin dagli albori dei commerci diede alle spezie una grande importanza e di conseguenza un notevole valore economico, tanto da essere usate persino come oggetto o moneta di scambio.

Ma non solo: addirittura la possibilità di reperire e commerciare le spezie influenzò i percorsi e le rotte marinare.

Se i Fenici fondarono il loro impero marinaro sul commercio delle spezie, non di meno Egizi e Romani si dedicarono in particolare all’uso e al traffico di pepe e zafferano.

Nel Medioevo il commercio di spezie assunse un’importanza tale da diventare moneta di scambio. Finché nel Trecento i viaggi di Marco Polo aprirono la via d’Oriente e la conoscenza di nuove spezie ancora sconosciute.

Persino la scoperta dell’America è legata alle spezie: la rapida via di accesso verso le Indie che Cristoforo Colombo intendeva scoprire attraverso l’Oceano Atlantico doveva essere un’alternativa rapida proprio per il commercio di spezie. 

Oggi le spezie si sono diffuse da parte a parte del mondo e dalle cucine tradizionali sono entrate a far parte di molti piatti nuovi in una interessante contaminazione di sapori e profumi. Spezie di origine orientale sono entrate facilmente nell’uso occidentale, così come il peperoncino, di origine messicana, si è diffuso fin dall’antichità anche in Oriente grazie ai trasporti dei navigatori portoghesi. 

Oggi come allora hanno poi una valenza legata al benessere e alla spiritualità: ecco perché sono spesso consigliate in ogni tipo di dieta e così tanto apprezzate. 

Le origini delle spezie

Le spezie provengono da varie parti del mondo e, così come il loro uso si è diffuso nel corso dei secoli grazie alle migrazioni e ai commerci, anche la produzione con il tempo si è spostata di continente in continente, permettendo un più facile ed economico reperimento.

Spesso la coltivazione in aree diverse da quelle di origine ha dato vita a nuove varietà di spezie, dando origine a produzioni diverse e ad aromi nuovi.

Si può osservare che, in linea di massima, le spezie hanno origine nelle zone tropicali dell’emisfero australe, mentre le erbe aromatiche paiono aver trovato terreno fertile prevalentemente nell’area mediterranea.

Se vaniglia, paprica e peperoncino piccante sono originarie del Messico e lo zafferano nasce in Nepal, pepe nero, cannella, cardamomo, zenzero e chiodi di garofano arrivano da Oriente, di cui comunicano l’essenza attraverso i loro aromi.  

L’uso medicinale delle spezie

Oltre alla valenza religiosa, le spezie hanno conservato in sé per millenni una forte capacità curativa. Infatti, in passato, erano considerate importanti più per le loro virtù terapeutiche che per uso alimentare.

Fino ad alcuni decenni fa le preparazioni mediche si basavano sull’uso di ciò che veniva trovato in natura.

Le varie parti delle piante venivano utilizzate per alleviare e curare vari sintomi, tanto che ancora oggi discipline come la fitopatia e l’omeopatia sfruttano fiori, frutti, bacche e radici.  

Sebbene oggi la scienza moderna ci abbia fornito sintesi chimiche in grado di curare le malattie con maggior efficacia, è pur vero che spesso gli stessi principi chimici sono stati mutuati o, per lo meno, studiati a partire dalle piante. 

Al sambuco (Sambucus nigra), per esempio, viene attribuita la capacità alleviare i sintomi nel caso di disturbi respiratori come bronchite e raffreddore e di combattere l’influenza.

I semi di sesamo (Sesamum indicum), invece, sono ricchi di fibre e vitamine ma anche di fosforo, calcio e ferro. Sono molto utili per il loro effetto diuretico e lassativo e hanno funzione antinfettiva.

I semi del coriandolo (Coriandrum sativum), oltre ad essere pregiati per profumare insalate e minestre e ad essere parte di miscele come il curry, vengono utilizzati anche in fitoterapia per i suoi poteri tonificanti e afrodisiaci.

Le proprietà della salvia (salvia officinalis), invece, sono ampiamente conosciute fin da tempi antichissimi e gli usi casalinghi, sulla base di pratiche derivanti dalla saggezza popolare, sono molto frequenti.  Usata come infuso oppure per impacchi, contiene estrogeni per cui veniva sfruttata per ridurre le vampate di calore della menopausa e per vari disturbi di tipo ginecologico.

Pare poi essere molto efficace per i disturbi di tipo digestivo e per le infezioni a livello respiratorio. Per uso esterno, gli impacchi di salvia solo utili per alleviare i disturbi dati da emorroidi, vaginiti, per i geloni e per la congiuntivite. Infine, viene usata in ambito odontoiatrico, per esempio nei dentifrici. grazie alle sue proprietà di igiene orale. 

Bibliografia:

Morgan Brooks, Spezie, aromi, condimenti. Usi in cucina e proprietà medicinali, 2012

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