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Il tè nero è una bevanda molto apprezzata per il suo gusto piacevole e dalle mille proprietà. Ma non è tutto lì.
Uno studio recente [1] condotto a Singapore avrebbe portato alla luce anche altre interessanti informazioni: per esempio, secondo i risultati della ricerca il consumo di tè nero sarebbe associato a un rischio ridotto di diabete di tipo 2.
Del tè verde già si sapeva: questa bevanda, infatti, è nota per avere numerosi effetti benefici sulla salute, tanto da essere considerata un vero e proprio toccasana, mentre i vantaggi del tè nero rappresentano una novità.
Del resto, il tè nero e tè verde non derivano da piante differenti ma sono ottenuti dalla stessa foglia, l’unica differenza è rappresentata dal processo di lavorazione che nel tè verde non ha fermentazione.
Il caffè, che è una delle bevande più bevute al mondo, ha effetti sulla salute ampiamente studiati. Alcune ricerche in Europa e Nord America avrebbero ipotizzato come il consumo abituale di caffè porti a un ridotto rischio di diabete mellito di tipo 2. I minerali e gli antiossidanti contenuti nel caffè influenzerebbero il metabolismo del glucosio. Tuttavia, i meccanismi che portano a questi effetti non sarebbero ancora molto chiari.
Anche il tè è una delle bevande più consumate al mondo, seconda solo all’acqua. Tre quarti della produzione di tè sarebbe rappresentata da tè nero, mentre il 23% da tè verde e solo il 2% da tè oolong.
Proprio per questo motivo le ricerche scientifiche si sono concentrare anche sui benefici del tè nero, oltre che su quelli, già conosciuti, del tè verde.
Le numerose ricerche sul diabete, condotte sui ratti, avrebbero già dimostrato potenziali benefici dei tè verdi e neri sul metabolismo del glucosio e dell’insulina, tuttavia, i risultati sugli esseri umani sono ancora insufficienti.
Il Singapore Chinese Health Study è un’indagine condotta su una popolazione di oltre 63.000 uomini e donne cinesi a Singapore. La scelta del modello dipende dal fatto che si tratta di un campione significativo all’interno del quale esaminare l’associazione del consumo di caffè e tè verde e nero in relazione all’incidenza del diabete di tipo 2.
I dati analizzati riguardano oltre 36.000 persone di età compresa tra i 45 e i 74 anni nel periodo 1993-1998, delle quali sono state prese in considerazione stile di vita e dieta, confrontando le loro condizioni di salute nel periodo tra il 1999 e il 2004.
Singapore è un paese asiatico con un consumo relativamente elevato sia di caffè che di tè, probabilmente a causa del fatto che rappresenta una comunità con una eredità coloniale britannica, oltre al fatto che ha caratteristiche cosmopolite e che è un’area attualmente ricca. Per tutti questi motivi, rappresentava un modello interessante.
I risultati hanno mostrato come coloro che hanno consumato almeno 4 tazze di caffè al giorno hanno avuto una riduzione del 30% del rischio di diabete rispetto ai partecipanti che hanno riportato il consumo non quotidiano. Le persone che hanno consumato almeno 1 tazza di tè nero al giorno hanno avuto una interessante riduzione del 14% del rischio di diabete rispetto a coloro che non hanno consumato abitualmente tè nero. Non ci sarebbe stata alcuna associazione interessante, invece, con il tè verde.
In conclusione, secondo questo studio, il consumo regolare di tè nero o di caffè sarebbe potenzialmente associata a una riduzione del rischio di diabete di tipo due, almeno per quanto riguarda uomini e donne asiatiche a Singapore.
Sia il tè nero sia il tè verde vengono prodotti dalle foglie della Camellia Sinensis Sinensis: l’aspetto che differenzia le due bevande è da ricercare nel metodo di produzione.
Il tè nero, infatti, durante la produzione subisce un processo di ossidazione, mentre il tè verde viene prodotto senza fermentazione.
Inoltre, la produzione del tè nero, almeno in alcune qualità, richiede un processo di affumicamento. Le foglie di tè vengono raccolte, arrotolate e quindi esposte all’aria: in questo modo si avvia il processo di ossidazione, generato dal contatto delle foglie non ancora secche con l’ossigeno presente nell’aria.
Ciò fa sì che le foglie, man mano, appassiscano e diventino scure: per questo motivo viene chiamato tè nero.
Nella produzione di tè verde, invece, non vi è l’esposizione all’aria e non si innesca il processo di fermentazione. Ciò fa sì che il colore rimanga più verde e intenso, mentre, per quanto riguarda il sapore, il tè verde conserva un aroma che ricorda l’erba bagnata.
Altre differenze si possono notare in relazione al tipo di terreno in cui nasce la pianta, al clima e alla latitudine e altitudine del luogo di coltivazione.
Per quanto riguarda le caratteristiche e i benefici che queste due bevande possono portare, sembrerebbe che il tè nero abbia un effetto leggermente più astringente, mentre il tè verde sia più depurativo e indicato contro le infiammazioni e il gonfiore. Inoltre, tra le proprietà del tè nero ci sarebbe anche l’effetto energizzante e stimolante provocato dalla teobromina e dalla teofillina.
Probabilmente tutto ciò è dovuto al fatto che, a causa del processo di ossidazione, il tè nero contiene quantità superiori di caffeina, sebbene anche il tè verde non ne sia privo. Va però tenuto in considerazione che un elevato utilizzo di caffeina potrebbe avere delle controindicazioni, quindi, non si deve comunque eccedere con questa bevanda.
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