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La curcuma: quali sono le sue proprietà

Amate per il loro gusto esotico e particolare o citate per le loro proprietà benefiche e, talvolta, afrodisiache, le spezie oggi occupano un posto di primo piano nelle cucine di tutto il mondo. La curcuma, con le sue proprietà, non fa eccezione. 

Sebbene in Occidente sia meno nota rispetto ai più famosi zenzero, peperoncino e pepe, è una spezia antichissima e molto utilizzata in Estremo Oriente come rimedio tradizionale.

La curcuma: una storia antichissima

La storia della curcuma affonda le sue radici in un lontano passato, in cui il suo uso era fortemente legato al colore giallo. Si narra che già gli Assiri la utilizzassero come tintura per i tessuti e che gli indiani la utilizzassero in molti modi: sia per le sue proprietà benefiche, sia in cucina, sia per riti religiosi, grazie al suo colore che ricorda quello del sole. In Europa arrivò grazie ai commerci con gli arabi, anche se già Marco Polo ne fa menzione, parlandone nei suoi racconti di viaggio.

Il nome della curcuma deriva dalla lingua persiana-indiana: la parola kour koum, infatti, significa “zafferano”. Sebbene non esista alcuna parentela con questa spezia, spesso viene associata ad essa per il suo potere colorante. Veniva, infatti, denominata anche “zafferano delle Indie” o “zafferano dei poveri”.

Questa seconda denominazione nasce dal fatto che, a differenza dello zafferano, era una pianta piuttosto diffusa ed economica, e pertanto considerata meno nobile.

Tuttavia nel corso del tempo anche in Occidente la curcuma ha assunto un ruolo importante, proprio in relazione alle sue proprietà benefiche, che sono state oggetto di studi scientifici: la tradizione popolare indiana, che usa questa spezia come rimedio, avrebbe incuriosito gli studiosi, fino ad accorgersi che utilizzare abitualmente la curcuma porterebbe reali benefici per la salute.

Proprietà benefiche curcuma - Antica Drogheria

La pianta della curcuma: usi e benefici

La curcuma fa parte della famiglia delle Zingiberacee, che contiene oltre 1300 specie. Fanno parte di questa famiglia anche lo zenzero e il cardamomo, spezie molto conosciute e utilizzate soprattutto in cucina.

La curcuma nel suo genere include circa ottanta specie, la cui caratteristica principale è quella di avere un grosso rizoma, spesso molto ramificato. Si tratta di una pianta erbacea perenne, che vive nei climi tropicali, con temperature mediamente alte e con un elevato grado di umidità. Originaria dell’Estremo Oriente, oggi viene coltivata in varie aree dell’Asia e dell’Africa.

I fiori della curcuma sono grandi e si posizionano all’interno di una specie di spiga e hanno una colorazione che varia dal giallo all’arancione, a seconda della specie e della varietà. Tuttavia, la parte della pianta che viene utilizzata per le sue proprietà è la radice.

La radice, una volta essiccata e finemente pestata, veniva usata per tingere le stoffe, come quelle dei monaci buddisti, ma anche come cosmetico, soprattutto nelle feste e cerimonie come i matrimoni. Il suo sapore, fortemente aromatico, la rende particolarmente adatta alla cucina: tanto che è una delle spezie base inserita nella miscela per la preparazione del curry.

La curcuma: le proprietà benefiche per la salute

Gli usi della curcuma come rimedio sono molto frequenti sia nella medicina tradizionale cinese, sia in quella ayurvedica.

I suoi benefici sulla salute trarrebbero origine dalla sua componente principale: la curcumina, un pigmento vegetale responsabile del suo colore giallo.

Oggi gli studi scientifici sono concordi nel sostenere che la curcumina, principale ingrediente biologicamente attivo della curcuma, ha notevoli proprietà a livello medico.

La curcumina, in base a studi recenti, avrebbe, infatti, funzioni antiossidanti, antinfiammatorie e antitumorali.

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Proprietà antiossidanti della curcumina

In base agli studi di laboratorio, la curcumina sarebbe un importante antiossidante, pertanto sarebbe molto utile nel trattamento delle patologie come invecchiamento, diabete, tumori, malattie neurovegetative, nelle quali lo stress ossidativo ha una forte incidenza.

Una particolarità di questa sostanza consisterebbe nel fatto che non solo previene la formazione di radicali liberi ma che è anche efficace a neutralizzare quelli già esistenti.

Proprietà antinfiammatorie della curcumina

La curcumina sarebbe in grado di bloccare lo sviluppo di molecole, come le interleuchine, che favoriscono lo sviluppo di processi infiammatori. Pertanto risulterebbe utile nella prevenzione di tutte le patologie in cui è presente uno stadio infiammatorio, soprattutto a livello gastrico e epatico.

Proprietà antitumorali della curcuma

L’interesse per le proprietà antitumorali della curcuma nasce dall’osservazione di alcuni dati statistici: in india, dove la curcuma viene ampiamente utilzizata, l’incidenza dei tumori è molto più bassa che in altre regioni del mondo. 

Sono pertanto stati promossi studi scientifici che dimostrerebbero che la curcuma ha effetti benefici grazie alla sua proprietà antiossidante e antinfiammatoria. Sebbene gli studi non siano ancora definitivi, ci sono buone possibilità che, in effetti, questa spezia possa servire nel rallentamento dello sviluppo tumorale. 

Dagli studi è, infatti, emerso che la curcumina contrata lo stress ossidativo grazie alla sua capacità di bloccare la produzione di ossido nitrico. Attualmente la letteratura medica riporta dati che confermano l’efficacia della curcumina in molti tipi di tumore, ma anche di notevole interesse per la sua capacità di contrastare gli effetti collaterali della chiemioterapia.

Che cos’è la biodisponibilità della curcumina

Sebbene siano dimostrati i grandi benefici che la curcimina ha sulla salute grazie alle sue proprietà, alcuni studiosi sono critici nei confronti dell’uso terapeutico in quanto non ha una elevata biodisponibilità.

Ciò implica che l’uso orale della curcuma lascia una scarsa concentrazione dei suoi metaboliti nel sangue. Ciò avviene in quanto il suo assorbimento da parte dell’intestino è piuttosto scarso e gran parte della curcumina viene eliminata attraverso le feci. Pertanto, l’utilizzo di questa sostanza, che negli studi in vitro dà ottimi risultati non è altrettanto facilmente applicabile nella somministrazione all’uomo.

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