Antica drogheria - Piante ayurvediche
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Le piante ayurvediche e il loro funzionamento

L’Ayurveda è una medicina tradizionale con molte applicazioni nella vita quotidiana. Secondo l’Ayurveda, in qualunque cosa che ci circonda c’è vita e in ogni singolo elemento è racchiuso il tutto: per esempio, nell’essenza del seme di una pianta, c’è l’albero stesso e, nell’essenza dell’albero, c’è la foresta stessa.

Con lo stesso principio si può dire che esiste una coscienza in ogni forma di vita: pianta, persona o animale che sia.

Infatti, l’uomo nel suo microcosmo contiene l’intera natura: il regno animale, vegetale e minerale.

In particolare, secondo l’Ayurveda, il parallelismo tra uomo e pianta è speciale, in quanto la loro struttura trova una corrispondenza interessante, oltre al fatto che l’uomo è in grado di conservare la potenza energetica della pianta.

Piante ayurvediche: la correlazione tra l’uomo e le piante

La parola “pianta”, in sanscrito Osadhi, significa “ricettacolo, mente”.

L’uomo e la pianta hanno una correlazione tra di loro in quanto tra essi esiste una sorta di analogia.

Se le piante ci mettono in comunione con l’energia del sole, quella che può essere considerata la nostra pianta interiore, ovvero il nostro sistema nervoso, ci mette in comunicazione con il nostro sé.

L’uso appropriato, anche in cucina, di una pianta, di una spezia, di una radice o di un’erba, etc., implica una comunione con questi stessi elementi.

La pianta alimenterà il nostro sistema nervoso e rafforzerà la nostra percezione.

Il parallelismo continua a farsi sempre più intrecciato, perché, basandosi sullo stesso principio, possiamo vedere le stesse caratteristiche che distinguono l’uomo anche nella pianta, permettendo così una migliore valutazione, ad esempio della spezia stessa, per l’utilizzo che serve.

I 5 grandi elementi che costituiscono il Tutto hanno una precisa relazione con le 5 parti della pianta:

  • la radici corrispondono alla terra;
  • il fusto e i rami corrispondono all’acqua, dove scorre la linfa e il nutrimento;
  • i fiori corrispondono al fuoco, con i loro colori;
  • le foglie corrispondono all’aria;
  • il frutto corrisponde all’etere.
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L'Ayurveda e le spezie

In Ayurveda si utilizzano ampiamente sia le erbe sia le spezie.

Le erbe si trovano e si utilizzano all’interno di integratori naturali o all’interno di prodotti a base di oli vegetali, trasformandoli così in oli medicati (perché hanno acquisito le proprietà delle erbe stesse). Le spezie, poi, in cucina non svolgono solo la funzione di migliorare o arricchire il sapore dei cibi ma possono migliorare la nostra condizione fisica.

L’Ayurveda offre un’interessante chiave di lettura per capire quali siano i cibi adatti a noi e alla nostra costituzione. 

Essa si basa su:

  • i sapori
  • le qualità
  • l’energia
  • l’effetto post digestivo

Secondo l’Ayurveda, la nostra lingua è in grado di percepire 6 sapori:

  • Dolce: il sapore dolce viene facilmente associato ai cibi dolci e allo zucchero, anche se in realtà è presente in tutti i cibi che danno struttura al corpo. Per esempio, in questi si annoverano i cibi che forniscono tanta energia, come la pasta, il pane, la carne, le uova, i legumi, la frutta, il pesce, ecc.
  • Acido: il sapore acido è uno stimolante della digestione e dell’appetito e aumenta la salivazione. Inoltre, stimola l’evacuazione e il sistema cardio-circolatorio. Lo si trova in cibi come i pomodori, lo yogurt, la frutta acida, l’aceto, ecc.
  • Salato: Il sapore salato è un sapore che aumenta l’appetito e la digestione. In natura lo si trova nella forma minerale, e sono presenti due tipi di sali: il sale marino e il sale di roccia.
  • Piccante: Il sapore piccante è quello che più stimola la digestione ed ha un’azione riscaldante. Anche questo sapore aumenta la salivazione. Lo si trova in cibi come il pepe, peperoncino, aglio, cipolla, spezie piccanti.
  • Amaro: il sapore amaro riduce la salivazione e ha proprietà purificanti per l’organismo soprattutto per il fegato, aiutando la digestione. Si trova ad esempio nelle erbe spontanee di campo come il tarassaco, l’ortica, la cicoria oppure nelle spezie come la curcuma.
  • Astringente: il sapore astringente ha proprietà antinfiammatorie e disidratanti. È utile per controllare la diarrea e riduce la salivazione. Si trova in diversi alimenti: dal sedano ai mirtilli, nei legumi, nel pesce, nella carne, nelle banane non mature e nei cereali.
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Le qualità e l’energia degli alimenti

Le qualità degli alimenti corrispondono agli attributi intrinsechi che percepiamo attraverso i nostri sensi mentre li stiamo mangiando. In Ayurveda queste qualità sono 20, ovvero 10 con i loro opposti.

Per quello che riguarda, invece, l’energia dell’alimento possiamo suddividerli in 3 coppie con 9 caratteristiche principali:

  • Freddo/caldo
  • Pesante/leggero
  • Untuoso/secco

La coppia che influisce di più sull’alimento è la prima ovvero, il freddo e il caldo.

Questo avviene perché un alimento freddo ha un’azione rinfrescante sull’organismo mentre un alimento caldo ha un’azione riscaldante sul corpo.

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L’effetto post digestivo degli alimenti

Nel momento in cui un alimento viene introdotto e digerito all’interno del nostro stomaco, i suoi elementi vengono assorbiti attraverso il sangue e le cellule. Questo provoca una mutazione dei 6 sapori, che una volta digeriti, diventano 3: dolce, acido e piccante.

L’effetto dolce è rinfrescante, favorisce una corretta eliminazione dei nostri prodotti di scarto (quindi feci e urine), fa produrre più saliva a livello della bocca e più secrezioni alcaline a livello dello stomaco.

L’effetto acido è riscaldante, aiuta ad eliminare urine e feci svolgendo un leggero effetto lassativo

L’effetto piccante ha un’azione catabolica: agisce come digestivo e contribuisce ad eliminare le tossine.

 In questo modo, conoscendo i cibi, i loro sapori e i loro effetti si può con l’aiuto di un medico ayurvedico si possono utilizzare adeguatamente le piante ayurvediche e approcciarci a un’alimentazione adatta alla propria costituzione.

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