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Chi l’ha provato non può dimenticarselo. E, tanto meno, può dimenticare la sensazione di leggera euforia che non può non avergli provocato.
Il Long island tea, o Long island iced tea, infatti, non è un tè, bensì un cocktail e non ha proprio nulla a che vedere con il tè. Di questa bevanda ha solo il colore e proprio per questo motivo ne prende il nome.
La sua caratteristica peculiare è il fatto che è il cocktail più alcolico del mondo: un mix di tequila, codka, gin, rum e triple sec, capaci di far raggiungere a questa bevanda una concentrazione di alcol molto elevata, circa il 22%.
Sulle origini del Long Island tea ci sono diverse versioni, spesso contrastanti tra di loro.
Secondo alcuni, questo long drink risalirebbe agli anni ’20, all’epoca del proibizionismo americano. In questa situazione, in una comunità di Kingsport, nel Tennessee, denominata appunto Long Island, sarebbe stato inventato da un certo Charles Bishop, proprio per contrastare la proibizione delle bevande alcoliche.
Il fatto che si confondesse, per via del suo colore, con una bevanda analcolica come il tè, avrebbe permesso di consumarlo senza che ci si accorgesse della sua vera natura.
Allora il cocktail sarebbe stato creato unendo tequila, vodka, gin, rum, whisky e sciroppo d’acero e avrebbe avuto il nome di Old Man Bishop.
Il figlio di Charles, Ramson, avrebbe poi ereditato la ricetta e l’avrebbe perfezionata aggiungendo degli altri ingredienti, come il limone, il lime e la cola, fino a giungere alla versione attuale. A testimonianza di questa invenzione la bis-nipote di Charles, nipote di Ramson, Connie Bishop Archer ama raccontare la storia della famosa bevanda.
Secondo altri, invece, questa ricostruzione dei fatti non sarebbe credibile in quanto nell’epoca del proibizionismo la vodka non sarebbe ancora stata importata negli Stati Uniti, oltre al fatto che a quell’epoca la Coca Cola ancora non sarebbe stata usata nei cocktail.
È però possibile che la versione iniziale del cocktail proposto da Bishop avesse degli ingredienti diversi e solo con il tempo questo cocktail avrebbe assunto la forma attuale.
Chi affossa l’ipotesi che il creatore del Long island tea sia stato Charles Bishop sostiene, invece, che il cocktail sia nato dalle mani del barman Robert C. Butt: secondo questa ipotesi, l’invenzione risalirebbe agli anni ’70 durante una gara di cocktail nella quale il Triple Sec sarebbe stato l’ingrediente principale.
Il cocktail sarebbe poi diventato molto famoso grazie al fatto che Robert lavorava in un locale molto famoso, l’Oak Beach Inn, situato a Long Island nella parte meridionale dello stato di New York. Il Long island tea, che prenderebbe il nome proprio dalla località, avrebbe ottenuto un enorme successo tanto da diventare il cocktail di punta del locale.
Il Long island tea è un cocktail che viola una delle regole base dell’etiquette: nei cocktail non devono mai essere messi più distillati. Unica eccezione era concessa ai cosiddetti cocktail tiki, il cui strappo alla regola era permesso per il fatto di essere preparati con diversi tipi di rum e perché si tratta comunque di cocktail con una modulazione perfetta, quasi maniacale.
Il Long island tea si presenta invece come un cocktail “sbruffone”: sono ben 4 i distillati che vengono utilizzati ovvero gin, vodka, tequila e rum bianco, a cui si aggiunge pure Cointreau e coca cola. Insomma, i puristi dei cocktail non possono che inorridire.
Eppure, sarà per quella sua freschezza o per quel retrogusto di tè, da cui prende il nome, oltre che dal colore, fatto sta che questo cocktail ha ottenuto un successo incredibile.
Del resto, il segreto del successo di questa miscela alcolica dipende molto dalla sensibilità del bartender e dalla sua capacità di renderlo più morbido. Secondo gli esperti, infatti, utilizzare lo shaker per lavorare la miscela con il ghiaccio aiuta ad ammorbidirne il gusto e renderlo leggermente più delicato.
Nelle sere d’estate, quando fa molto caldo, questo cocktail è davvero molto dissetante e piacevole, tanto che la leggenda vuole che chi lo prova non rinunci mai ad ordinarne un secondo bicchiere.
Bisogna fare però attenzione, soprattutto se non si è molto abituati a bere: il rischio che i 30° del Long island tea facciano stramazzare al suolo non è così remoto. Meglio gustarlo con calma e mangiando assieme qualcosa: si dice che sia perfetto con piatti di carne.
Sebbene la preparazione del Long island tea sia piuttosto facile, è altrettanto vero che far risaltare le caratteristiche dei 4 distillati e renderlo un cocktail non solo particolarmente alcolico ma anche dissetante richiede alcune attenzioni.
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