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Spesso nel linguaggio comune si tende a confondere tra tè, tisane, infusi e decotti. Nonostante siano bevande simili, che fanno parte nell’immaginario collettivo dello stesso mondo, in realtà sono prodotti piuttosto diversi, non solo per le materie prime che li compongono, ma in quanto legati a tradizioni e a riti peculiari.
Storicamente, tutte queste bevande venivano utilizzate come rimedi erboristici oppure all’interno di rituali come quello del tè.
Oggi, nella nostra cultura, spesso si fruiscono in alternativa, soprattutto nelle fredde giornate invernali per scaldarsi oppure come bevanda rilassante prima di andare a dormire.
Tuttavia, conoscere le loro caratteristiche è utile per poterne godere al meglio, oltre che a poter scegliere il metodo di infusione e degustazione più adatto per esaltarne le qualità.
Le tisane si caratterizzano per il fatto di essere preparate attraverso la combinazione di diverse piante officinali. Lo scopo di unire ingredienti diversi e di metterli tutti assieme in infusione era in origine terapeutico e ancora oggi viene utilizzato nella medicina naturale.
L’insieme di diversi principi attivi ha infatti la funzione di produrre effetti benefici sull’organismo e di lenire vari disturbi.
La miscela che compone le tisane deve essere prodotta attraverso l’unione di un minimo di tre e un massimo di sei ingredienti. Una volta sminuzzati vengono messi in acqua bollente e lasciati in infusione per alcuni minuti, a seconda degli ingredienti.
La serie di piante officinali che compongono la miscela non è casuale, ma deve rispettare precise indicazioni.
La pianta che costituisce il rimedio base è la pianta dominante e viene chiamata remedium cardinale, che è un termine latino, significa appunto “rimedio principale”.
Ci sono, poi, altre piante che servono per aiutare il corpo ad assorbire il remedium cardinale e vengono chiamate adjuvans.
Infine, c’è il costituens che rappresentata da una pianta che serve a migliorare il gusto della tisana.
Per non alterare la funzione delle piante officinali, le tisane non andrebbero zuccherate, al limite per dargli un gusto un po’ più dolce, si può aggiungere un po’ di miele.
Quando si parla di infuso si fa prevalentemente riferimento al metodo con cui viene ottenuta questa bevanda, ovvero mettendo in infusione gli ingredienti nell’acqua bollente.
Tuttavia, mentre le tisane vengono sorbite con finalità benefiche per il corpo e per la mente, l’infuso viene preparato per il suo gusto. Si tratta di un momento di vero e proprio relax, in cui si può godere del sapore e del calore della bevanda.
L’infuso, poi, viene preparato con una pianta sola: possono essere utilizzate sia le foglie sia i fiori, anche contemporaneamente, ma sempre della stessa pianta officinale.
Pertanto, fanno parte degli infusi la camomilla, il tè, il rooibos e il karkadè, che viene prodotto mettendo in infusione i petali dell’ibisco rosso.
Il tè viene prodotto per infusione e fa quindi parte della grande famiglia degli infusi. Dalla storia e tradizione antichissima, il tè è una bevanda caratterizzata da diverse varietà ottenute da una stessa pianta: la Camellia sinensis sinensis.
I processi di lavorazione e il tipo di macerazione danno vita alle diverse tipologie: tè bianco, tè verde, tè nero, tè Oolong, etc., ciascuna delle quali ha le proprie peculiarità organolettiche.
Le miscele di tè, dette anche blend, vengono create al fine di ottenere sapori particolari e talvolta vengono aromatizzate con fiori, frutta e spezie.
Se nella nostra cultura la funzione principale del tè è quella di soddisfare il gusto di chi lo sorbisce, in alcuni paesi del mondo costituisce una vera e propria cerimonia, grazie al suo legame con la filosofia e con la meditazione. In origine, infatti, la sua funzione era terapeutica e veniva sfruttata dai monaci durante le lunghe pratiche della meditazione. Introdotto in Giappone nel X secolo e diffusosi in tutto l’Oriente, è entrato a far parte di veri riti, che hanno poi preso forma diversa nelle varie parti del mondo.
Dall’Inghilterra, dove l’ora del tè scandisce il pomeriggio britannico, a tutta Europa, dove è una delle bevande calde più scelte, continua ad essere un prodotto apprezzato dagli intenditori. Oggi, attorno al tè, sono nate figure come il sommelier del tè, veri esperti di miscele, abbinamenti e gusti di questa bevanda.
Il decotto è un metodo di preparazione diverso dall’infuso e può essere preparato con diversi rimedi erboristici. Infatti, questi vengono messi direttamente nell’acqua e portati a ebollizione, lasciando bollire l’acqua per 15-20 minuti.
Per evitare che le parti volatili se ne vadano, il recipiente in cui viene fatto il decotto deve essere coperto. Passato il tempo in cui il decotto bolle, deve essere lasciato nel recipiente ancora qualche minuti a riposare e il vapore deve condensarsi e tornare nell’acqua. Dopodiché viene filtrato ed è pronto per essere bevuto.
In genere questo procedimento si usa per le parti più rigide della pianta, come corteccia, bacche, radici.
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