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Nel nostro immaginario comune, soprattutto nella cultura occidentale, il tè viene considerato una bevanda da bere per scaldarsi nelle fredde serate invernali o nei momenti di relax, mentre raramente si associa al cibo.
Nella nostra penisola, poi, è il vino, forte di una antica tradizione enogastronomica, a essere considerato la bevanda ideale per il pasto a cui, più di recente, si è aggiunta anche la birra, seppur con una più ristretta possibilità di abbinamenti e di appassionati bevitori.
È, invece, una novità l’abbinamento ai cibi di bevande come il tè: ciò avviene prevalentemente in ristoranti di alto livello, all’interno dei quali è prevista talvolta una figura come quella del sommelier del tè, in grado di consigliare i migliori abbinamenti e raccontare le caratteristiche delle diverse varietà e delle diverse miscele di tè.
Nulla vieta, però, che anche a casa propria si sperimentino interessanti abbinamenti, tanto più che sono entrati nella nostra cucina numerosi piatti propria a base di tè. La scelta quindi è ampia: accompagnare un piatto tradizionale con un tè selezionato può essere un piccolo colpo di classe, oppure servire un piatto orientaleggiante a base di tè può sorprendere i commensali.
Per ottenere un buon abbinamento, la prima regola è quella di non esagerare ma semmai cercare l’equilibrio. Anche perché fa parte della filosofia del tè proprio la ricerca dell’equilibrio interiore.
Così come si farebbe negli abbinamenti con il vino, la bevanda deve servire a esaltare il gusto della pietanza, ma non deve né coprirla né rovinarla.
In genere, la semplicità è la via migliore da perseguire anche nei piatti: se si decide di cucinare pietanze a base di tè, gli altri ingredienti non devono sopraffarne l’aroma.
Infine, se non si è molto esperti, è consigliabile seguire abbinamenti attraverso una accordanza di sapori e solo quando si conoscono bene le caratteristiche organolettiche delle diverse varietà e miscele si possono provare accostamenti più raffinati e azzardati.
Il tè verde è un tipo di tè dalle caratteristiche molto interessanti, in quanto non essendo fermentato, mantiene inalterate le sue proprietà di antinfiammatorio e la capacità di aiutare il drenaggio del corpo.
Esistono però differenze sostanziali anche all’interno dei tè verdi. Il tè verde cinese, in genere, viene arrostito, quindi anche il gusto ne risente. Il tè verde giapponese, invece, subisce un trattamento a vapore, di conseguenza ha un gusto più forte e amaro con sentori vegetali più intensi.
Il tè verde cinese si abbina molto bene con cibi dal sapore delicato e raffinato, in modo da potenziarne tutte le sfumature. In particolare, i salati leggeri, le verdure, le carni bianche, il pesce, i crostacei e i formaggi freschi. Il suo retrogusto affumicato trova un ottimo completamento il particolare con il pollo o il tacchino.
Il tè verde giapponese, invece, è particolarmente indicato con i molluschi, ma si può abbinare anche alle verdure, alle carni bianche e al pesce, in particolare il sushi.
Il tè nero, generalmente, si presenta con un gusto forte. Di conseguenza non è di facile abbinamento, in quanto, a seconda delle specifiche varietà, potrebbe rischiare di coprire i gusti.
Per non correre il rischio di mortificare le pietanze, andrebbe abbinato a gusti altrettanto forti che si esaltino a vicenda.
A seconda dei retrogusti che si sprigionano, si possono provare diversi abbinamenti: i tè neri con un sentore affumicato trovano un’ottima combinazione con la carne rossa, con i cibi affumicati e con i formaggi stagionati, mentre gusti più terrosi possono andare bene con le patate e le carni al sugo.
Nelle varietà più fruttate si abbina bene ai dolci e alle torte.
Il tè oolong è un semifermentato che si posiziona come una via di mezzo tra i tè verde, non fermentato, e il tè nero, completamente ossidato. Oltre ad avere caratteristiche organolettiche molto particolari, che lo rendono probabilmente il più semplice da abbinare con i cibi.
Risulta, infatti, più corposo e intenso del tè verde ma meno di quello nero, inoltre associa particolari retrogusti gradevoli e fruttati. Tuttavia, a seconda della varietà e del tipo di lavorazione, si possono ottenere gusti anche molto diversi tra loro. In genere si abbina bene con cibi salati leggeri, con i primi piatti e i carboidrati, con le verdure e risulta molto apprezzato con i crostacei. Inoltre, trova un buon accordo anche con i cibi affumicati e con i piatti piccanti.
Per quanto riguarda i dolci, trova una particolare e raffinata intesa con i preparati a base di cioccolato, soprattutto quello fondente e quello bianco.
Il tè bianco è una varietà di tè dalla fermentazione parziale. Risulta, quindi, ossidato solo in parte e si caratterizza per il suo carattere molto delicato.
Proprio per questo motivo è di difficile abbinamento, in quanto piatti troppo saporiti o dal gusto molto intenso potrebbero coprirne l’aroma. Per questo motivo è consigliabile utilizzarlo con moderazione e solo con piatti molto delicati.
In particolare, è consigliabile utilizzarlo assieme a carni bianche e pesci dal sapore non troppo intenso o con verdure.
Il tè Eart Grey è una varietà di tè aromatizzata al bergamotto, attraverso l’aggiunta di olio estratto da questo agrume.
Ampiamente utilizzato soprattutto nella cultura anglossassone, conserva il retrogusto del bergamotto, che gli dona un sapore unico e particolare.
La sua delicatezza e il suo gusto lo rendono adattissimo ai dolci: si può gustare assieme a torte al cioccolato, pasticcini ma anche con dolci a base di frutta o al limone.
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