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Il chutney è una salsa di origine indiana che viene utilizzata nella cucina orientale come condimento per carni, ma anche per piatti a base di riso o di verdure.
In genere, il chutney ha un gusto agrodolce, ottenuto con l’accostamento di spezie, verdure e frutta.
Le opinioni su quale sia la variante di chutney originale sono spesso discordanti, c’è chi sostiene che sia quello al mango, che pure è uno dei più famosi, mentre c’è chi considera il chutney con coriandolo e tamarindo quello classico.
Le varianti poi sono tantissime e si caratterizzano per gli ingredienti di frutta e verdure come pomodori, mele, cipolle, fichi, susine. Insomma, le possibilità sono tantissime, tutto sta a saper dosare gli ingredienti e ad accostare le spezie in modo consapevole.
Se per quanto riguarda frutta e verdura utilizzate nel chutney le possibilità sono parecchie e parecchio diverse fra di loro, le spezie usate dagli indiani nella preparazione della loro salsa tipica sono altrettanto varie: chiodi di garofano, coriandolo, zenzero, tamarindo, pepe ma anche aglio, paprica, peperoncino e cannella.
Per la ricetta di chutney al coriandolo, cocco e tamarindo vengono usate le foglie di coriandolo, la menta fresca, lo zenzero, il tamarindo e il peperoncino piccante.
Il coriandolo (Coriandrum sativum) è una pianta originaria dell’Europa meridionale e del Medio Oriente. Anticamente veniva considerata una pianta sacra tanto che ancora oggi è una delle erbe consumate durante la Pasqua ebraica.
Le parti utilizzate in cucina sono molte: le foglie si usano per insalate e minestre, mentre semi e radici vengono utilizzati per insaporire piatti e entrano nella preparazione di miscele come il curry.
Il coriandolo fa parte della stessa famiglia del prezzemolo e, se consumato in foglia, ha un gusto piuttosto simile anche se più intenso. Nelle preparazioni che lo richiedono può essere sostituito con il prezzemolo nostrano.
Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta della quale viene utilizzata la radice (rizoma). Viene utilizzato in polvere, dopo averlo grattugiato, sia per aromatizzare piatti salati, sia per dare un tocco di esotico ai dolci. Si può trovare come ingrediente anche nei biscotti, nella marmellata e nel pan di spezie, oppure si trova in commercio semplicemente candito.
Il tamarindo (Tamarindus indica) è una pianta di origine africana, esportata in India e in Medio Oriente. Si tratta di un albero dalle dimensioni imponenti che può raggiungere i 30 metri di altezza e produrre fino a 200 kg di frutti all’anno.
Del tamarindo si usano, come spezia, i semi e i baccelli, oppure viene pressato e utilizzato in pasta per produrre caramelle o sciroppi, aromatizzandolo anche con altre spezie. Può essere usato fresco, essiccato, candito, in pasta o in sciroppo.
Serve ad aromatizzare molti piatti e in alcune zone del mondo viene usato essiccato come sostituto del caffè. È, inoltre, un ingrediente della salsa Worcester.
Originario del Messico, il peperoncino piccante (Capsicum frutescens) ha molte varianti, tra cui il pepe di Cayenna e il chili.
Il nome chili, che è quello originario, è in lingua nahuatl, l’idioma atzeco.
Il peperoncino oggi è apprezzato e usato in tutto il mondo, tanto che è entrato a far parte di molti piatti tradizionali di zone anche molto distanti di quella d’origine.
Del peperoncino si usano i frutti e i semi, che danno l’aroma più piccante.
Il chutney di coriandolo, cocco e tamarindo è una preparazione molto fresca grazie alla presenza del coriandolo in foglia e della menta.
Si presta molto bene in abbinamento con piatti di riso e verdure ed è ideale nella stagione estiva.
Sciogliere completamente la pasta di tamarindo aggiungendo due cucchiai di acqua bollente e mescolando lentamente.
Mondare le foglie di coriandolo e di menta, metterle in un mixer assieme ai datteri, a cui saranno stati tolti i noccioli, e sminuzzare il tutto molto finemente.
Sminuzzare il cocco fino a ottenere una polvere grossolana e metterlo in una terrina a cui aggiungere poco alla volta: il trito di menta e coriandolo, lo zenzero, la polvere di cocco.
Quindi sbucciare l’aglio, tritarlo e aggiungerlo al composto.
A questo punto, pulire e tritare i peperoncini freschi, per aggiungerli agli altri ingredienti già mescolati. Se si desidera una salsa non troppo piccante, tagliare a metà i peperoncini e eliminare i semi prima di tritarli.
Infine, condire il tutto con la pasta di tamarindo sciolta e aggiustare il sapore con lime e sale quanto basta. Fare risposare la salsa in frigorifero per un paio d’ore e diluirla leggermente prima di servirla: con acqua per i piatti a base di carne e con yogurt per i piatti freschi o a base di latticini.
Bibliografia:
AA.VV, L’enciclopedia della cucina internazionale, vol. 22, India, Thailandia e Sudest asiatico, 2006
Morgan Brooks, Spezie, aromi, condimenti. Usi in cucina e proprietà medicinali, 2012
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