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Dalle più delicate alle più intense, le spezie permettono di arricchire i piatti e di donare un sapore unico e di carattere a tutte le nostre ricette.
Generalmente di origine vegetale, le spezie dal mondo si possono ritrovare in polvere oppure in chicchi, in grani, in foglie da macinare; per un aroma ancora più inebriante.
Non sono solo utili in cucina: le spezie permettono di realizzare dei veri e propri preparati di bellezza per la salute della pelle e dei capelli e di produrre, sin dall’antichità, rimedi medicali per la cura e la prevenzione di moltissime patologie.
Ritenuti elementi preziosi da custodire come l’oro, le spezie sono conosciute sin dall’antichità e venivano utilizzate per la conservazione dei cibi o per insaporirli, per realizzare preparati medicali e per accompagnare celebrazioni e rituali sacri religiosi.
Le spezie vengono menzionate già nei papiri dell’antico Egitto, in particolar modo l’anice, il coriandolo, il cumino, il finocchio, il ginepro, il fieno greco, i semi di papavero e la cannella, utilizzata anche per rituali di imbalsamazione.
Anche i Romani erano amanti delle spezie: apprezzavano particolarmente i sapori intensi ed esotici e iniziarono il commercio delle spezie a partire dal I secolo d.C.
Esse venivano importate dall’India e dalla Cina, attraverso la Via della Seta.
Le spezie dal mondo più apprezzate erano il coriandolo, i chiodi di garofano, la senape, l’anice e la cannella, ma, in modo particolare, il pepe nero, protagonista della maggior parte dei piatti del popolo romano.
Per circa 400 anni a partire dalla caduta di Roma, le spezie non furono più commercializzate e le poche che giungevano in Occidente erano riservate ai palazzi signorili e ai monasteri.
Proprio all’interno dei monasteri venivano realizzati degli orti medicinali in cui si coltivavano ad uso terapeutico cumino, fieno greco, coriandolo, menta, salvia, finocchio, rosmarino.
È solo con le Crociate che le spezie tornarono in Europa e Genova e Venezia ne diventarono i principali centri di importazione.
Avvicinandosi ai giorni nostri, tra il XVII e il XIX secolo le spezie venivano commerciate insieme alla seta attraverso le Indie Orientali e Occidentali con la nascita delle Compagnie delle Indie.
Il curry che troviamo ora al supermercato è un’invenzione del XVIII secolo da attribuire a olandesi e inglesi, portata in Europa dopo il commercio delle coste delle Indie occidentali. In occidente non era facile trovare tutte le spezie contenute nel curry e quindi idearono le miscele preconfezionate.
La curcuma e il cardamomo sono spezie tradizionali dell’India, molto utilizzate sia per la preparazione di ricette sia ad uso medicale.
La curcuma è alla base della tradizionale bevanda indiana, nota come Golden Milk, dalle incredibili proprietà benefiche per la salute, oltre che molto saporita.
Il cardamomo viene, invece, particolarmente apprezzato in India per la realizzazione del korma, il tradizionale stufato di carne e verdure, nei curry, nei lassi (bevande a base di yogurt) o a fine pasto da masticare per facilitare la digestione.
La cannella di Ceylon, con il suo aroma dolce e delicato, è originaria dello Sri Lanka.
La cannella di Ceylon rappresenta solo l’8% della produzione mondiale di cannella, mentre la parte più consistente deriva da Cina e Indonesia ed è la varietà cassia, anch’essa commercializzata sotto il nome di cannella.
Questa spezia deriva dalla lavorazione della corteccia dell’albero del cinnamomo e, successivamente, trasformata in bastoncini, generalmente attraverso un processo manuale da parte di un contadino.
La paprica è una spezia che si ricava dall’essiccazione e macinazione in polvere dei peperoni. Può essere dolce, semi-dolce, forte, affumicata, rosa, fine, kulonleges.
Di tradizione ungherese, la paprica è dolce e viene utilizzata per la preparazione di molte ricette, tra le quali il famoso pollo alla paprica accompagnato dagli gnocchetti ungheresi.
Utilizzato principalmente nelle zuppe e negli stufati, il pepe bianco è molto celebre in Vietnam e viene prevalentemente coltivato nel nord del Paese, al posto del peperoncino, che richiede un clima più caldo.
Il pepe bianco nella cucina vietnamita viene utilizzato prevalentemente per la preparazione di zuppe e stufati.
Il coriandolo, insieme al pepe bianco, viene utilizzato nella preparazione di moltissime ricette, ma in modo particolare per la Pho, la tradizionale zuppa di manzo vietnamita.
L’Iran è il primo produttore al mondo di zafferano, con il 90% della produzione totale mondiale.
Il suo valore è molto elevato, in quanto per la realizzazione di un solo grammo di zafferano sono necessari circa 150 fiori e il lavoro di 40 operai.
È proprio in Iran che è nata la prima Banca dello Zafferano del mondo, di proprietà del governo, per tutelare gli imprenditori e permettere agli investitori di acquistare la rinomata spezia come forma di guadagno del proprio capitale.
Uno dei piatti della tradizione iraniana che prevede l’impiego dello zafferano è il tahdig, un riso in crosta dal cuore morbido.
Appartenente alla pianta delle orchidee, la vaniglia Bourbon è la spezia più costosa al mondo, subito dopo lo zafferano, e viene coltivata in Madagascar dalla fine dell’800.
La vaniglia Bourbon è considerata la vaniglia migliore al mondo, anche grazie all’elevata percentuale di vanillina che la rende qualitativamente superiore alle altre tipologie.
Il berberé è una miscela di spezie aromatica e piccante impiegata nelle ricette tipiche dell’Eritrea, tra cui lo zichinì, lo stufato di manzo della tradizione africana.
Si tratta di una preparazione poco piccante ma molto aromatica contenente dalle 20 alle 50 spezie tradizionale del Marocco.
Secondo gli usi e costumi locali, questa miscela deve essere costituita da almeno una spezia afrodisiaca e può essere impiegata in moltissime ricette marocchine di tajine di carne e pesce.
Dal sapore acidulo, il sommacco è una spezia ricavata dai frutti secchi dell’albero del Sommacco.
Nella cucina turca viene spesso utilizzato nella preparazione di piatti come insalate, kebab, anelli di cipolla e come condimento di carni e pesce. Una ricetta sfiziosa che prevede l’utilizzo del sommacco è la pizza Lahmacun, la tipica pizza della tradizione turca.
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